lunedì 30 maggio 2016

Voglia irrefrenabile di dolci...ma perchè?


Questa sera l’ispirazione per il nuovo post me l’ha data mio marito. Qualche sera fa dopo essere tornato a casa da una cena con i colleghi, tutto contento e con l’espressione di chi stava per confessare una malefatta ha esclamato: “ho preso un dolce buonissimo, anzi due!”. Questa non è proprio la frase più giusta da dire ad una moglie nutrizionista che lotta quotidianamente per far passare il concetto dell’inutilità dello zucchero nella dieta, ma ormai mi sono rassegnata al fatto che mio marito è goloso di dolci, non ne abusa, non potrebbe mai farlo a casa nostra, ma quando si trova fuori non rinuncia ad dolcino dopo il pasto.
Quindi mi sono soffermata a riflettere su quante volte mi capita di sentire la classica frase: “però dottoressa, ogni tanto un dolcino posso concedermelo? Anche soltanto un biscottino dopo cena!”
Le ragioni di questa vera “esigenza” sono tante:
 I dolciumi appartengono a quella categoria che mi piace definire Comfort Food. I comfort food sono quegli alimenti che coccolano, sono cioè quelle copertine calde ed avvolgenti che amiamo metterci addosso la sera sul divano dopo una giornata di intenso lavoro e così dopo cena quando i bambini sono già a letto cosa c’è di meglio di qualche quadretto di cioccolata?
Non voglio entrare nel merito di quelle motivazioni relative alla sfera psicologica, come il concetto di vuoto emotivo che spesso viene colmato con i cibi che preferiamo, ma vorrei mantenermi su un profilo nutrizionale. Spesso infatti anche nei soggetti non diabetici può scatenarsi uno stato di ipoglicemia, dovuto il più delle volte ad un’alimentazione scorretta perché povera di zuccheri complessi. E’ molto diffusa infatti la convinzione che i carboidrati debbano essere aboliti per non rischiare di ingrassare. ma la conseguenza sarà un senso di affaticamento costante che sfocerà poi nella ricerca compulsiva di dolci per soddisfare quel bisogno metabolico di zucchero. E’ vero che in questi casi  il nostro corpo ci richiede zucchero ma è il nostro cervello che interpreta questo segnale come più gli fa comodo, e quindi anziché prepararci una zuppa di farro ricca di zuccheri complessi, preferiamo spalmare della nutella su qualche fetta di pane.
Un altro fattore scatenante pare sia legato ai livelli di dopamina, un neurotrasmettitore la cui carenza sembra generare stress ed irritabilità e che genera in alcuni individui la tendenza a consumare dolci. In questi casi invece sarebbe opportuno consumare banane, semi di zucca, mandorle, avocado che contengono tirosina che è il precursore della dopamina.
I consigli per scongiurare abbuffate di dolci giustificate da “ho un calo di zuccheri” sono: Consumare quotidianamente piatti a base di cereali ricchi di fibra come avena, orzo, quinoa, farro con ortaggi di stagione; fare sempre spuntini a base di frutta fresca e frutta secca e aggiungere alle insalate un cucchiaio di uvetta sultanina.
Detto ciò non posso non considerare in questo post una variabile importante: la golosità e contro quella c’è poco da fare …(come mio marito del resto!) In questo  caso scegliete un prodotto di qualità: un quadretto di cioccolata fondente non può che far bene purchè contenga almeno il  70% di cacao, ma non fatene un alibi, non abusatene!