giovedì 24 dicembre 2015

Bilancia e Panettoni



Antipasti, primi, secondi, contorni e tanti tanti dolci…sono i protagonisti indiscussi delle feste natalizie! In questi giorni mi è capitato di  leggere alcuni articoli su come mantenere la forma fisica durante le feste e il primo dei suggerimenti era “mettersi a dieta qualche settimana prima del Natale”. In realtà quello che accade il più delle volte è che si inizia a “sgarrare” già intorno al 15 di dicembre perché : “tanto ormai…poi si pensa”, devo dire che l’esperienza più singolare l’ho fatta in una palestra in cui una ragazza dopo aver posato il borsone per terra ha esclamato : “ragazzi oggi ho fatto la crostata con la nutella” poi mi ha guardata  e mi ha detto “daaaaai ormai siamo a Natale!!”.
Normalmente durante le festività natalizie si prendono in media 3 Kg perché il panettone va terminato, i resti del giorno prima vanno consumati, la frutta secca durante la partita a carte non si può non mangiarla. Ciò che bisognerebbe combattere è proprio questa sorta di rassegnazione e questa filosofia del “poi se ne parla”. In realtà riuscire a mantenere il proprio peso in questi giorni di festa non è impossibile perché il più delle volte siamo di fronte ad un buffet che ci consente di riempire il nostro piatto con consapevolezza pur non venendo meno al principio della convivialità. Gli unici suggerimenti che mi sento di dare in questa circostanza sono: 1) non sedersi a tavola affamati, quindi fate sia lo spuntino di metà mattina che quello del pomeriggio; 2) Scegliete i contorni a base di verdure perché contribuiscono ad aumentare il senso di sazietà; 3) Non abbondate con le porzioni di pasta ed evitate di consumare il pane se si stanno aspettando con ansia i dolci ai quali assolutamente non si vuole rinunciare (e comunque ricordate che una fetta di pandoro può avere anche 450Kcal); 4) approfittate dei giorni liberi per muovervi, fate una lunga passeggiata, possibilmente all’aria aperta, può essere un toccasana per la linea e tiene lontani dalla dispensa e dal frigorifero.
Ma detto questo vorrei dire soltanto: godetevi la vostra famiglia, ritrovate soprattutto la gioia di trascorrere del tempo con le persone care, sorridete…che tra l‘altro fa bruciare calorie ;-) e Buon Natale e Buone feste a tutti!!

venerdì 27 novembre 2015

Tapioca, Amaranto e farina di riso...




Lo ammetto sono una pessima blogger, scrivo poco, ma proprio non riesco a capire che strana mutazione abbiano subito le giornate da quando c’è a casa un bambino…quelle lunghe 24 ore sembra che si siano accorciate misteriosamente ed il tempo non è più sufficiente per fare niente. Devo anche riconoscere che i momenti trascorsi giocando con lui non hanno proprio prezzo e quindi spesso tutto il resto passa in secondo piano, ma tenterò di essere più attenta e puntuale!
Se metti nella stessa stanza due donne che in comune hanno solo l’essere madre è inevitabile che  l’argomento principe della discussione saranno i figli, metti in una stanza due donne amiche da una vita, entrambe madri e l’argomento si sposterà dai mariti ai figli per poi tornare sui mariti e rimbalzare nuovamente sui figli; dai un blog in mano ad una donna mamma da 4 mesi e  ritornerà a parlare di questa esperienza unica ed incredibile:
Quando il bambino si avvicina al quinto mese inizia l’avventura svezzamento o come sarebbe opportuno chiamarlo divezzamento poiché svezzare significa togliere un vezzo o una cattiva abitudine ed invece il latte non va eliminato soprattutto quello materno, pertanto inizia l’alimentazione complementare che amplia l’alimentazione lattea. Ciò che ancora mette un po’ in crisi le mamme è l’introduzione del glutine, l’EFSA consiglia di introdurlo entro il 6° mese di vita in concomitanza con l’allattamento prolungato, i dati attualmente presenti suggeriscono che il rischio celiachia potrebbe aumentare per l’introduzione del glutine prima del 4° mese tuttavia le prove sono insufficienti per definire un aumento di rischio per l’introduzione del glutine dopo il 6° mese compiuto. Per queste ragioni la maggior parte delle mamme scopre alimenti nuovi e privi di glutine come la tapioca, l’amaranto o iniziano a preparare farine di riso, tutti naturalmente privi di glutine e perfetti per la preparazione delle prime pappe. Tutte queste novità con cui ha a che fare la mamma, primo fra tutti il proprio bambino spesso sono accompagnate da un vero e proprio “fardello” lasciato dalla gravidanza: i kg di troppo!  Questi sono la croce della maggior parte delle mamme, molte prendono peso durante l’allattamento perché mangiano di più per aumentare la produzione di latte o migliorarne le qualità, ma non hanno il tempo per fare attività fisica inoltre si concedono piccole coccole ricorrendo ai cosiddetti comfort food…ma come fai a privare una giovane mamma della sua razione quotidiana di cioccolata? Ad affrontare questo e mille altre questioni interviene il più delle volte un vero e proprio gruppo di sostegno…LE ALTRE MAMME!! Gliel’ho promesso avrei parlato di loro nel prossimo post e non posso esimermi dal farlo…a scandire le mie giornate ci sono loro, le mitiche ragazze del gruppo preparto…si dovrebbero trascrivere alcune conversazioni e farne un manuale per neo mamme, spesso sono capaci di risolvere i problemi esistenziali di una donna o quantomeno offrono una chiave di lettura alla quale tu non penseresti mai e lì sta la vera svolta della tua giornata! La notte poi ne trovi sempre almeno una online che tenta di riaddormentare il proprio bambino o magari sfrutta la notte x fare ciò che di giorno non riesce a fare e condividi con lei l’insonnia o l’ansia per via di quel nasino chiuso che fa fatica a respirare. Il gruppo preparto di whatsapp è una piccola comunità: c’è C. che ha anche una bimba più grande, c’è E. con la bimba che non dorme mai, c’è G. che si prepara agli esami di abilitazione per l’esercizio della professione di avvocato, c’è D. che sforna dolci tentando di recuperare i troppi chili persi, c’è E. che vive a Padova, c’è M. con il bimbo dalle espressioni più simpatiche, c’è G. con il bambino più  “grande” del gruppo eh si lui ha già 6 mesi, poi c’è V. con la sua amata suocera, ci sono le due J. Una è di nuovo incinta l’altra era la più incinta del gruppo(un pancione bellissimo), poi c’è N. con il suo mitico Bimby che ci omaggia ogni tanto di qualche utilissima ricetta, c’è ML. che non si collega spesso ma fa sempre interventi intelligenti, c’è L. il cui marito ha fondato il gruppo, c’è anche A. che è stata la mia “compagna di banco” durante tutto il corso e ce ne sono molte altre e preziosissime…ci sono anche io che ogni tanto intervengo con il mio “mondo di quark” parlando ti tapioca, amaranto e farina di riso…

martedì 3 novembre 2015

L'infiammazione Silente

Spiegare cosa si intende per infiammazione silente è piuttosto complesso, ma estremamente importante. Ho deciso di scrivere un post su questo argomento perché si considera la causa di molti disturbi cronici, tanto da essere chiamata il “Killer silenzioso”. Il processo infiammatorio è un meccanismo naturale con il quale il nostro organismo fa fronte ad un evento esterno come un’infezione virale o batterica, un evento traumatico ecc… Aldilà della causa scatenante, l’infiammazione è un mezzo di allerta importante perché mette in moto le cellule preposte alla protezione dell’organismo per limitare i danni ai vari tessuti. Durante il processo infiammatorio acuto (che si manifesta con rossore, febbre ecc…) queste cellule distruggono gli invasori, riparano i danni finchè non viene ripristinata la condizione iniziale di salute. L’infiammazione silente invece ha questo nome proprio perché non si manifesta con reazioni esterne acute ma richiede l’intervento delle difese immunitarie per un periodo lungo, perdurando nel tempo e causando anche  gravi danni agli organi.
Ora, ci si potrebbe chiedere perché una nutrizionista affronti questo argomento e la risposta è semplice: perché il sovrappeso, l’obesità, l’alimentazione e gli stili di vita in generale hanno un ruolo determinante. Si è scoperto che il grasso addominale o viscerale non è un tessuto inerte bensì secerne molecole ad azione infiammatoria in grado di determinare uno stato di infiammazione cronica, di peggiorare la sensibilità insulinica e di contribuire allo sviluppo delle complicanze metaboliche e cardiovascolari associate all’obesità. L'insulina, stimolando il trasporto di glucosio dal sangue ai tessuti,  regola la concentrazione di glucosio nel sangue. L'elevata presenza in circolo delle molecole pro infiammatorie e degli  acidi grassi liberi prodotti  dal tessuto adiposo dell’addome, fa sì che gli acidi grassi prodotti in eccesso si mettano "in concorrenza" con il glucosio per entrare nelle cellule, di conseguenza si verifica un aumento della glicemia, in risposta alla quale il pancreas aumenta il rilascio di insulina e si ha una condizione di iperinsulinemia che contribuisce all'esordio precoce del diabete, nonché alla sua progressione, e concorre alla comparsa delle numerose altre condizioni patologiche associate che si traducono in fattori di rischio cardiovascolare. L’infiammazione cronica spesso provoca un’alterazione dell’integrità della barriera intestinale , provocando ipersensibilità ad alcuni cibi, la cosiddetta intolleranza alimentare. Il sospetto che l’alimentazione errata potesse contribuire ad attivare o aggravare le malattie infiammatorie è stato sempre molto forte. L’infiammazione cronica quindi oltre che dal sovrappeso può essere causata dall’alimentazione in particolare alcuni cibi più di altri si sono rivelati infiammatori. Nello specifico sarebbe opportuno evitare le farine raffinate, lo zucchero, lo sciroppo di glucosio e fruttosio e abituarsi progressivamente a gusti meno dolci. E’ consigliato invece il consumo regolare di cereali integrali, meglio se associati a legumi, verdure, semi e frutti oleaginosi, tuttavia se è presente uno stato di infiammazione intestinale percepita con gonfiore, coliche o diarrea, i cibi integrali possono essere passati al setaccio e ridotti in crema per togliere la componente più fibrosa. Un fattore importante nella formazione dell’Infiammazione Silente è un’alta presenza di Radicali Liberi. Questa condizione di squilibrio è chiamata Stress Ossidativo.
La risposta infiammatoria, a sua volta, farà rilasciare nuovi Radicali Liberi nei tessuti coinvolti, innescando nuovamente il processo infiammatorio, e creando così un circolo vizioso.
Si è riscontrato che Stress Ossidativo e Infiammazione vanno di pari passo con una dieta povera di nutrienti e ricca di alimenti confezionati. E’ assai probabile che ci si trovi in uno stato di infiammazione silente se si presentano almeno tre di questi fenomeni:
1. Sovrappeso.
2. Uso di medicinali tipo statine e/o farmaci antipertensivi.
3. Senso di intontimento al risveglio.
4. Desiderio di carboidrati soprattutto nelle ore serali.
5. Senso di affaticamento costante.
6. Unghie fragili.
7. Digestione lunga e costante senso di pesantezza

Vari esami, tra cui quello della Lipoproteina A, Omocisteina, Proteina C Reattiva (PCR) etc., possono indicarci lo stato dell’Infiammazione Cronica. Tra l’altro, alcuni di questi esami sono gli stessi che si utilizzano per diagnosticare malattie croniche come: artrite, malattia cronica delle arterie coronariche, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson e perfino il cancro. Anche da ciò si è dedotto il legame tra malattie croniche e Infiammazione Silente.
Mi rendo conto che questo non è un argomento leggero, da lettura serale dopo una giornata di lavoro però credo davvero che curare la nostra alimentazione significhi anche prenderci cura della nostra salute. Concedersi uno sfizio ogni tanto non ha mai ucciso nessuno, ma di tanto in tanto guardiamola quella famosa piramide alimentare perché può essere uno strumento molto utile per organizzare al meglio la nostra settimana e prenderci cura di noi stessi prevenendo patologie gravi e croniche.

mercoledì 21 ottobre 2015

Il suo nome è Psiconutrizione!

Si tratta di nuovo approccio, a mio avviso più completo che si colloca tra la Scienza della nutrizione e la Psicologia. Quante volte vi è capitato di iniziare una dieta pieni di ottimismo e buona volontà, ma di mollare dopo poco più di un mese? Succede infatti che piano piano le "eccezioni" diventino una regola fino a mollare la dieta stessa e quando si decide di ricominciare, si cerca la novità, la dieta più efficace o quella che promette di far perdere i chili di troppo nel minor tempo possibile. Il nostro stile alimentare è connesso a molti fattori emotivi, psicologici e culturali, se a tutto questo aggiungiamo le strategie di marketing dell'industria alimentare che influenzano i nostri acquisti è facile ritrovarsi a consumare cibi ipercalorici ed estremamente appetibili e gustosi, soprattutto quando sentiamo l'esigenza di usare il cibo come valvola di sfogo ai problemi quotidiani. In questi casi può rivelarsi molto utile seguire un percorso psiconutrizionale con la figura professionale del nutrizionista che seguirà il paziente dal punto di vista dietetico e con lo psicologo con il quale trovare la giusta motivazione e la giusta strategia per portare a termine il percorso dietetico stesso. Ho scelto questo metodo  perchè credo molto nella collaborazione con altre figure professionali e perchè sono convinta che un approccio integrato e multidisciplinare possa essere efficace per il raggiungimento di un obiettivo. La psicologa e psicoterapeuta con cui collaboro è la dott.ssa Alessandra Bonanno e con lei ho avuto modo di sperimentare quanto la psiconutrizione sia efficace anche nel trattamento del sovrappeso e dell'obesità nell'età evolutiva; i tanti laboratori svolti nelle scuole ci hanno dimostrato come questo approccio venga apprezzato dai ragazzi stessi che in più occasioni sono stati da stimolo per andare avanti in questa direzione.

mercoledì 30 settembre 2015

Una nutrizionista adesso mamma

Da due mesi sono diventata mamma, mamma per la prima volta, mamma di un bimbo con i capelli rossi! Sono entrata in una nuova fase della mia vita dove sono cambiate le priorità, dove le mie irrinunciabili 8 ore di sonno sono diventate 6 (e sono fortunata lo so!!), dove se devi uscire devi iniziare a preparare tutto due ore prima, dove il tuo stendino della biancheria è pieno di bavaglini stesi e dove ti ritrovi ad inventare e  canticchiare canzoncine davvero impensabili (infondo pensi che a lui interessi solo il motivetto).  Sono una mamma che non ha potuto allattare e questo ha destato molto scalpore perché in un momento in cui si sostiene tantissimo l’allattamento al seno (ed io sono tra coloro che lo sostengono) io sono stata la voce fuori dal coro…proprio io la dottoressa non ho allattato mio figlio. Se gli italiani sono tutti commissari tecnici, così si dice ogni volta che ci sono i mondiali…beh le italiane sono tutte esperte di allattamento. Qualche tempo fa mi sono imbattuta in un post “cose da non dire alla mamma che non allatta al seno” e cito testualmente: Perché non allatti al seno?... Conosco un ottimo consulente per l’allattamento al seno, vuoi il suo numero?...Mi spiace così tanto…Non sei preoccupata per tutto quello che mettono dentro il latte artificiale?
Ecco, io me le sono sentite dire proprio tutte. Quello che vorrei dire ad una mamma che non può allattare, è che purtroppo non tutti sono così sensibili da capire che innanzitutto avete detto che non avete “potuto” farlo e dietro questo verbo possono esserci tante ragioni che non siete tenute a spiegare. Sicuramente tutte le mamme sono consapevoli di quanto sia importante l’allattamento al seno ed è proprio per questo motivo che non ha senso girare il coltello nella piaga, il bambino ha soltanto bisogno di crescere bene e la cosa più importante è avere accanto una mamma serena che lo ami e lo accudisca con amore…e adesso vado a scaldare il biberon!