lunedì 18 aprile 2016

Il Secondo Cervello





Diretto, schietto...un argomento spesso difficile da affrontare, affidato alla penna della dott.ssa Alessandra Bonanno. Buona lettura


Da sempre il nostro sistema gastrointestinale viene definito “secondo cervello”.

Nell’intestino infatti si trovano circa 500 milioni di neuroni, sparsi soprattutto nel colon, che sono organizzate allo stesso modo di quelle presenti nel nostro cervello e che comunicano tra di loro secondo una fitta rete di imput per una buona funzione intestinale.

Inoltre c’è un rapporto costante tra il nostro cervello e il sistema digerente che fa si che vi sia una comunicazione biunivoca tra i due: è così che il cervello è sempre informato su ciò che avviene nell’intestino regolando sempre l’esatta misura dell’apporto energetico su cui può contare; dall’altra parte la componente vegetativa del nostro cervello (quella di cui funzionamento non siamo consapevoli) influenza direttamente le attività gastrointestinali.

E chiunque abbia sentito le farfalle nello stomaco incontrando il primo amore o la necessità impellente di andare in bagno poco prima di un esame, ha quindi avuto modo già di sperimentare l’azione di questo sistema duale dei nostri “due cervelli”.

Ma come ogni sistema duale che si rispetti, se uno dei due elementi s’inceppa anche l’altro entra in sofferenza. Ed è così quindi che le emozioni, gli stati d’animo posso influenzare il funzionamento degli organi intestinali dando vita a quelli che vengono definiti “disturbi psicosomatici”.

E’ come se l’intestino funzionasse come le lucine di emergenza che si accendono nel cruscotto della nostra macchina per segnalarci che qualcosa non sta funzionando a dovere.

La stessa cosa ci segnalano gastriti, coliti, sindrome del colon irritabile, disturbi della motilità intestinale. Dal punto di vista psicosomatico: è una spia che si accende per informarci che nella nostra vita, nelle nostre emozioni, nei nostri pensieri, qualcosa non sta andando nel modo giusto, qualcosa si è inceppato ed il nostro sistema emotivo viscerale è entrato in allarme.

 Il filo conduttore di comunicazione intestino-cervello è assolutamente attivo e ci parla a voce alta. L’intestino diventa il purgatorio della mente, purgatorio in cui si cerca di eliminare in fretta pensieri disturbanti, emozioni troppo intense, rabbia, frustrazioni, paura, in pratica la nostra parte ombra, che il non riusciamo ad accettare e tollerare razionalmente. La nostra parte bassa, l’intestino, si fa carico di esprimere ed allontanare, ciò che la nostra parte alta, il cervello, il nostro cielo, non riesce ad accettare e di cui non può farsi carico: un “troppo” che la mente non riesce a gestire.

Due forze contrapposte dove l’espresso e l’inespresso si fronteggiano e l’aggressività diviene auto aggressività attraverso il forte dolore provocato dai problemi intestinali.

Fare tutti i dovuti accertamenti medici è assolutamente doveroso! Ma una volta esclusa ogni causa di origine patologica molto spesso i pazienti approdano in studio dicendomi “il mio medico di base dice che è ansia”.

E li vi assicuro si apre un mondo di coartazione emotiva, di bocconi inghiottiti e mai digeriti, di paure ed insicurezze. Ascoltare il paziente ed insegnargli a sua volta ad ascoltare il suo intestino è il primo passo verso la comprensione di ciò che sta accadendo. La psicoterapia è un percorso di conoscenza e riscoperta di se stessi e delle proprie risorse e anche in questo caso l’obiettivo diventa quello di far apprendere al paziente strategie di gestione dello stress e identificare i fattori che mantengono l’iperattivazione del sistema nervoso autonomo responsabile delle contrazioni involontarie della muscolatura intestinale.