Oggi vi parlo di una piccola
grande rivoluzione nel mondo della comunicazione sui prodotti alimentari:
l'etichetta narrante! Questa bellissima iniziativa ideata e promossa da Slow
Food si pone l’obiettivo di fornire informazioni
precise sui produttori, sulle loro aziende, sulle varietà vegetali o le razze
animali impiegate, sulle tecniche di coltivazione, allevamento e lavorazione,
sui territori di provenienza... Nonostante
gli appelli a leggere le etichette prima di acquistare, purtroppo scarseggiano
elementi di autentico approfondimento, che possano consentire scelte
consapevoli.
Durante gli incontri di sicurezza
alimentare che svolgo con le mamme, l’argomento che desta più interesse è senza
dubbio quello relativo all’etichettatura. Nonostante il nuovo regolamento
comunitario 1169/2011 sia stato elaborato con lo scopo di garantire una
maggiore trasparenza nei confronti del consumatore finale riguardo le
caratteristiche del prodotto, resta ancora tanta confusione. E495, E632…
Infinite liste di ingredienti, diciture piccole e spesso incomprensibili,
“prodotto in italia”… ma dove è stato coltivato?
Secondo Slow Food, la qualità di un prodotto alimentare è
innanzitutto una narrazione, che parte dall’origine del prodotto (il territorio)
per raccontare tutte le fasi successive di lavorazione. Soltanto la narrazione
può restituire al prodotto il suo valore reale.
Questa etichetta non si
sostituisce all’etichetta legale ma va ad aggiungere informazioni in modo
discorsivo, è un vero e proprio racconto scritto per rispondere con semplicità
e chiarezza alle domande del consumatore.
Qualche giorno fa acquistando una
confezione di riso integrale dell’azienda Alce Nero ho notato questa etichetta discorsiva
ed ho scoperto che Alce Nero ha sostenuto e condiviso questo progetto di Slow
Food scegliendo di offrire una comunicazione trasparente attraverso le proprie
etichette alimentari. Apprezzo da tanto i prodotti di questa azienda e dopo
aver letto l’etichetta di quella confezione di riso ho deciso di dare uno
sguardo al sito, cosa che confesso non avevo mai fatto. Ho scoperto così che
Alce Nero era un indiano Sioux Lakota uomo di medicina e predicatore. Alce Nero
affermava che piante, animali e uomo appartengono allo stesso insieme, che
offendere la natura significa offendere l’uomo, e rispettare la terra,
conoscerla e assecondarla, fa sì che essa sia generosa con l'uomo e con le sue
generazioni future. Molto bello il pensiero di questo indiano morto nel 1931, un
messaggio molto attuale visto il tema dell’esposizione universale che si è da
poco conclusa a Milano. Leggendo poi la storia dell’azienda devo dire che ho
apprezzato la scelta della cooperazione…ho sempre pensato che molti dei
problemi della nostra agricoltura, siano dati dall’incapacità di unirsi e
lavorare insieme, cosa che in altri paesi come la Spagna succede da tempo. I
singoli agricoltori non hanno più la forza di lottare contro politiche agricole
che rendono complesso questo sistema. Apprezzabile quindi il lavoro di questa
azienda che ha coinvolto e continua a coinvolgere agricoltori in tutta Italia e non solo, più di mille agricoltori ed
apicoltori biologici, insieme ai giovani agricoltori biologici impegnati nelle
terre confiscate alla criminalità ed ancora molti più in Brasile, Costa Rica,
Perù, Messico. Agricoltori che operano insieme (co-operano). Senza confini.
Etichette che raccontano la storia
di un alimento e aziende che sono esse stesse una bella storia da raccontare.